Il
filosofo N. Chomsky
rileva che il potere, nel rapporto con la popolazione, usa l’aspetto
emotivo, non la riflessione,
perché l’uso del registro emotivo permette di aprire la porta di accesso all’inconscio,
di impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori.
A
tale fine bisogna
però evitare che
il popolo capisca questo trucco. Quindi è necessario mantenerlo
nell’ignoranza e nella mediocrità, altrimenti capirebbe che
viene controllato attraverso le sue emozioni che dominano ed
impediscono la
sua capacita di intelletto. La
conseguenza è la programmata scarsa qualità e
quantità di elementi e dati conoscitivi messi in circolazione, tanto
da impedire elaborazioni autonome contrarie al pensiero prevalente
che viene fatto circolare. La
mediocrità diventa condizione di massa sino ad essere considerata
normale, persino piacevole. La gente è spinta a ritenere che sia
positivo, di moda, essere conformisti, ignoranti ed
uniformati al pensiero dominante. In questo contesto si può comprendere quanto un gruppo di scienziati denunciano con l'appello di denuncia al Governo Conte <VEDI QUI L'ARTICOLO>